CORSO DI FORMAZIONE AL CANTARE ITALIANO (in lingua Italiana) |
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(Apro con due notizie recenti, una bella e una brutta, ma le lascio tra parentesi e vengo subito all'oggetto.
Quella bella: un mio allievo è stato selezionato per l'Éva Marton - unica voce maschile su 2 italiani in totale, tra 84 partecipanti. Quella brutta: un mio allievo è stato selezionato per l'Éva Marton - unica voce maschile su 2 italiani in totale, tra 84 partecipanti. L'Italia ha quindi una presenza del 2,5% - pari merito con l'Irlanda - in un concorso lirico internazionale: cosa avremmo pensato, se gli irlandesi avessero totalizzato il 2,5% delle presenze al festival internazionale - chessò - della birra? I coreani selezionati nello stesso concorso, dico solo per dire, sono 23, pari al 27% del totale, di cui 7 fanno di cognome Kim: dei coreani si può stilare quindi una sotto-statistica e già solo quelli con lo stesso cognome sono più del triplo degli italiani in gara. Ma chi sono, gli italiani, per competere col mondo. Sul canto lirico. Italiano. Patrimonio immateriale dell'umanità. "Che discende dal linguaggio italiano" - lo hanno ufficialmente aggiunto, sul sito dell'UNESCO!
"Ma l'Opera si canta anche in altre lingue!": sì: in altre lingue, ma in linguaggio italiano - per dirla con l'UNESCO - e su vocali italiane, o italianizzate, e con voci riscaldate da vocalizzi su vocali italiane, o che perlomeno intenderebbero esserlo. La materia prima dell'Opera è per antonomasia sempre italiana ed è quello il punto, dell'italiano e dell'Opera stessa: l'essere buona materia prima vocale e computativa della realtà in ambito acustico. Materia prima che fa la voce, ne esalta le fattezze, a prescindere dalla lingua nazionale espressa: il mio allievo ha passato le preselezioni peraltro inviando repertorio (in) francese.
Detto tra noi, un risultato simile non mi stupisce: da un italiano in questo ambito ci si aspetta inconsciamente molto di più che dagli altri - si cerca un imprinting - ed è sacrosanto che sia così. Se non siamo bene accompagnati ci tocca essere davvero molto preparati e fare la differenza nei dettagli, dimostrando di comprenderne l'importanza strutturale e, quindi, facendoli comprendere a chi ascolta - quegli stessi dettagli che si pagano nell'alta moda e che differenziano quest'ultima da ciò che non lo è. Dettaglio non è sinonimo di orpello: dettaglio è qualcosa su cui puoi zoommare del 500% e vederci dentro ulteriori mondi in HD, fino ad entrare in una realtà, che nel caso dell'Opera non è nemmeno virtuale: è come entrare nelle pagine di un libro o nella pellicola di un film, fino a poter toccare i personaggi, i loro costumi; odorarli. Quindi, insomma, una bella notizia per me e per il mio allievo, una solo parzialmente bella per noi tutti; a maggior ragione vedremo di andare a fare una bellissima figura. Chiusa parentesi, vengo all'oggetto.) |
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Si era già manifestato, e si è manifestato ancora di più a seguito della newsletter con cui l'avevo recentissimamente reso pubblico, un interesse concreto attorno al corso di formazione al mestiere del Cantare Italiano - nella versione in lingua italiana (il che, per le ragioni esemplificate dalla notizia di cui sopra, non può che farmi piacere: evidentemente non parlo, posto e scrivo del tutto invano): il corso sarà monolingua e di livello linguistico, per forza di cose, molto alto, quindi, se non riuscite a leggere questa newsletter senza alcun ausilio, il corso in lingua italiana non fa per voi e dovete aspettare che ci siano i numeri per far partire quello in inglese. (Lo dico qui perché le mie newsletter, pur avendo pochi destinatari italiani, sono sempre più aperte e più lette, anche internazionalmente, nella loro versione italiana - evidentemente a mo' di esercizio linguistico: you're welcome.)
Continuerò a raccogliere adesioni, per i corsi in entrambe le lingue, fino al 30 giugno: il corso partirà nella seconda metà di agosto, sarà ovviamente online, avrà una cadenza bisettimanale (compatibilmente con gli impegni dei partecipanti) e sarà svolto da me a un gruppo di 4 partecipanti (ai fini del reciproco ascolto, insegnamento e correzione) in 15 incontri da due ore ciascuno, da completarsi entro il marzo 2025.
Vi si accede acquistando il plan BIG IMPRESARIO, che troverete cliccando sul pulsante magenta in calce a questa newsletter: plan che sarà disponibile, come tutti gli altri pacchetti di lezioni, per l'appunto non oltre il 30 giugno. REQUISITI RICHIESTI: saper leggere la musica e avere una dimestichezza con la tastiera sufficiente ad accompagnare un vocalizzo. |
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L'interesse è stato manifestato da persone di altissimo profilo musicale, e ne sono lieta.
Ma, prima, un po' di chiarimenti, innanzitutto sulla materia del corso. I più scambiano la dizione con l'ortoepìa - che della dizione, anche solo parlata, è solo una minima parte, sebbene importante. L'ortoepia sta alla dizione pressappoco come il solfeggio ritmico sta alla Musica nel suo complesso: e non lo dico per sminuire il solfeggio, anzi: ce ne fosse, di gente che il solfeggio lo sa veramente, e lo sa interpretare. Se cercate un corso di ortoepìa italiana, eccovelo: bisogna sapere dove aprire e dove raddoppiare, e non fare nessuna delle due cose altrove - fine del corso di ortoepia italiana. You're welcome (e che vi aspettavate? noi italiani non amiamo troppe regole). Per sapere quali vocali toniche aprire, consultate un dizionario.
Le regole del raddoppiamento le trovate sul mio libro, o a questo link. Se non siete italiani, o se siete pigri, o se andate di fretta, o se non avete gusto per il fai-da-te, vi ho pure fatto un archivio di millantamila ore di registrazioni di arie e ruoli apposta: usatelo. Ma io non vi insegno quel che vi potrebbe insegnare Google. Se cercate un corso di Dizione Lirica e Interpretativa della Drammaturgia Musicale - che è il nome della materia così come l'ho introdotta già sette anni fa, prima dell'uscita di Cantare Italiano, anche all'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti" di Martina Franca (da cui, per la cronaca, mi sono dimessa qualche giorno fa, per incompatibilità di metodo), allora continuate a leggere.
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La dizione, per intenderci, è quella che usò Dio onnipotente nella Genesi per dire Fiat Lux: e probabilmente lo disse bene, o la Lucia non si sarebbe fatta. Se questo Dio avesse voluto affidare a qualcuno la missione di rigenerare l'Opera attraverso la dizione in senso meramente ortoepico, dite che l'avrebbe affidata proprio a una pugliese? Non siamo ridicoli. La dizione non è quella che usate per essere compunti, bensì per dire le parolacce quando siete molto molto arrabbiati. C'è più dizione in una risata, o in un pianto, che in un "buongiorno". La dizione è quella che usate quando fate $&$$0 - come si dice oggigiorno (e ci sono più scene di sesso occultate nelle pagine d'Opera di quelle che ne sogni la tua filosofia, Orazio: solo che, non sapendone interpretare la scrittura e la dizione, per lo più non ne mangiamo la foglia; si pensi a Pur Ti Miro, a Non So Più Cosa Son). La dizione è quella che usa Miles Davis quando improvvisa alla tromba. La dizione è modo e moda; colore e tonalità; è sporcizia e chilometro zero, come anche falsità e inganno; è nobiltà e viscidume; palazzo reale e baracca. La dizione è l'articolazione del vostro pensiero inudibile. È creazione del mondo, e di un mondo. Il detto è il fatus, il destino determinato, di ogni suono vocale; il suo imprinting, la sua eleganza. La dizione è la sola regia vocale udibile di una produzione operistica - e il 99,9% delle produzioni operistiche oggi non hanno una regia - sono solo messe in scena. Non possono essere altro, non essendo, i registi, musicisti. Fellini, esperto d'Opera, si è sempre categoricamente rifiutato, di mettere le mani sulle regie di Verdi, che riteneva già tali.
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Ma la triste realtà è che (finora) la maggior parte dei cantanti non italiani è venuta da me per la mera ortoepia, la quale da sola già richiede un botto di tempo e gli fa finire i pacchetti (nonostante l'Archivio!) in un lampo, senza che del personaggio si sia grattata che la crosta, specie se è un complesso ruolo principale. Per chi è a digiuno della materia, la sistemazione del'ortoepia richiede tempo ed è uno sbatti: io dallo snocciolamento di interi libretti sillaba per sillaba, dalla loro tessitura punto per punto, ho imparato tutto, ma difficilmente si riesce a superare questo stadio di lettura per ragioni di tempo, e quindi di denaro. Se non altro, quello stadio di lettura è già garante di una serie di cose, e quindi vale assolutamente la pena, ma a volte si ha proprio l'impressione di svuotare il mare col cucchiaino ed è per questo che, con questo corso, spero di moltiplicare i cucchiaini, e che il fenomeno diventi esponenziale. L'Opera, senza questo lavoro, è priva del suo principio attivo: se ti devi fumare la marijuana senza thc, tanto vale che ti fai una tisana al finocchio. In me, ormai - per quello che so, che ho visto e toccato con mano - a meno che non si lavori così, sorge una vera e propria obiezione di coscienza. |
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Per tutti questi motivi, il mio è un lavoro pesante e che non dà nessuna gratificazione sociale: non vi metteranno in curriculum, vi tratteranno come maestrine di scuola elementare (che poi, io alla mia devo la maggior parte di quello che so), non vi metteranno in brochure nel team creativo col regista - posto che vi mettano in brochure tout court. Ciò perché non sanno che i giornali su cui sono scritte le recensioni delle loro performance presto serviranno per lavare i vetri. Perché farlo, questo corso, dunque? |
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Perché, se avete la pazienza di imparare ciò che ho da insegnare, e se mi riesce di fare il punto di questi ultimi 25 anni della mia vita, vi potrebbe capitare, mentre nello studio della dizione fate eseguire per la duemilionesima volta un portamento - posto che sappiate cos'è un portamento e come va eseguito - di avere un'illuminazione: ci potrete vedere la disperazione, la vergogna e l'insistenza di una ragazza a mentire.
E questo vi spalancherà il mondo. Vi spezzerà il cuore, vi sembrerà che Puccini stia parlando con voi e proprio con voi, come non aveva mai parlato con nessuno al mondo, vi sentirete al centro della Storia, contemporanei e amici intimi dei suoi fattori, connessi con qualcosa di enorme. |
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E questa sensazione di avere un tesoro nelle mani vi aiuterà ad andare avanti, chiunque vi dovesse passare avanti, nella graduatoria o nel concorso: gli amici più in alto, in fondo, ce li avete voi. Parlano con voi e sapete voi, cosa hanno detto e con quale dizione. Questo, almeno, è ciò che è capitato a me e che mantiene la mia barca a galla nonostante tutto. Mi piacerebbe che capitasse anche a voi e a questo fine vorrei passarvi tutti gli strumenti che ho. Sarete molto preparati, e a tutto. Avrete voci fresche e sane. Troverete gioia, e ironia nel grottesco. Imparerete a leggere, a cantare, a fare e far fare vocali perfette, eterne, lucenti, a colorarle di frequenze precise, a incastonarle nella struttura armonica e melodica, capire dove è l'errore e come correggerlo, come uno pensa e come aiutarlo a pensare; imparerete a vedere una regia di dettaglio cinematografico - dai primissimi piani alle panoramiche - in ogni singolo accento e abbellimento (e si esaminerà anche della musica strumentale). Imparerete a insegnare: a capire e a tramandare il segno.
Il mondo dell'Opera dobbiamo riportarcelo di qua. Qualsiasi altro metodo di lavoro a me non interessa più, non sono più disposta al compromesso per mere ragioni di apparente prestigio: ho dato tutto; voglio tutto. |
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Se siete interessati, rispondete a quest'email e sarete ricontattati. (Questo qui sotto è il pulsante magenta in calce, di cui sopra.) La Maestra PS: sono molto esigente, ed esigo di lavorare in un clima di amore, entusiasmo, fiducia. |
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